E' un blog, uno spazio libero di passaggio, un lavoro a mani libere su cui lasciare la propria impronta. Un blog aperto a tutti coloro che vogliono lasciare una testimonianza di come sia loro vita da quando hanno ricevuto la diagnosi di sieropositività.

Questo non vuole essere un blog di informazione medica o di autoaiuto, ma uno spazio comune dove chiunque possa ritrovarsi attraverso le parole di altri, che come lui stanno vivendo la stessa esperienza.

I testi contribuiranno a dar vita ad uno spettacolo che racconta la vita, le emozioni, i pensieri di chi è HIV +.

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lunedì 17 gennaio 2011

Chi non fa fatica a vivere?

E’ strano come ci sia sempre tanto silenzio nella sala d’aspetto, raramente così tante persone non emettono suoni, tutti attenti a non toccarsi, a non guardarsi negli occhi, tutti cercano di ridurre al minimo lo spazio che i propri corpi occupano, quasi a voler scomparire, un po’ come quando da bambini ci si fa piccoli piccoli agli occhi dei grandi quando si è stati sorpresi a fare qualcosa di male.
Ma io non ho fatto niente di male, anzi per dire la verità credo che nessuno se lo meriti.
Per me non è così o non sempre almeno, si è vero che a volte stò con la faccia piantata su di un libro e leggo, leggo velocemente quasi corressi per farmi distrarre dalle parole per non  pensare a dove sono a che cosa stò facendo, ma altre volte, la maggior parte guardo, guardo le facce degli altri.
Ognuno di noi ha una storia diversa, ad alcuni gliele puoi leggere in faccia la loro storia, altri si nascondo.
C’è quasi qualcosa di comico, a volte credo che l’hiv faccia venir voglia di leggere o almeno questo è quello che ti viene da pensare quando stai in una sala d’aspetto di un day hospital.
Si è vero che a volte qualcuno sbrocca, uno volta un uomo ha dato di matto, continuava a guardarmi e a dirmi che avrebbero smesso di guardare anche me se avessero saputo della mia sieropositività e che la mia giovinezza non mi avrebbe protetto a lungo dalla solitudine, strano perché io quell’uomo lo trovavo bello, vestito male ma bello.
Sono questi tipi di pensieri che a volte mi confondono, non ho le idee chiare su tutto questo, no, non voglio dire di non aver studiato la lezioncina, so come si trasmette il virus, che cosa bisogna fare per restare sani il più a lungo possibile una volta contagiati, dieta, sport farmaci ecc. ecc. no no per carità questo lo so fin troppo bene.
Quello che non mi è sempre chiaro è chi sono io ora, che cosa ne sarà di me; faccio fatica a mettermi a fuoco, ecco sono un giovane uomo sieropositivo, ma questo che cosa significa?, non si è accesa nessuna spia su di me che mi renda diverso dagli altri, il mio corpo non ha ancora cominciato a cambiare e forse non lo farà mai la mia aspettativa di vita è di un poco minore rispetto a quella della media, ma la media deve tener conto delle persone morte al lavoro o negli incidenti o per altre malattie oppure no??
Non so neanche se questo faccia di me una persona migliore o peggiore, ero io prima e lo sono anche ora.
Mi guardo allo specchio e non mi è chiaro quasi niente, a volte mi dimentico di avere questa cosa, non riesco neanche a chiamarla per nome strano no?
Una donna all’ultimo controllo mi raccontava di quanto fosse bella prima della malattia, ma a me continua a sembrare una bella donna di circa 50 anni, e comunque a guardarla il suo viso mi sembrava più che normale.
Credo abbia letto nei miei occhi la mia confusione, così mi ha raccontato che almeno una volta all’anno si va a far riempire le guance con qualcosa che non ricordo bene, ma mi ha spiegato che adesso ti mettono dentro cose buone che non ti fanno la faccia tutta a bozzi come succedeva una volta, e che si certo devi farti quelle iniezioni ogni sei o dodici mesi ma chi se ne frega se poi hai una faccia che non ti fa vergognare di te.
E’ strano se ci pensi bene è veramente strano, puoi parlare di chi ti sei scopato il come il dove il quanto senza nessuna remora ma mai e poi mai parli della malattia, nemmeno con amici che hanno il tuo stesso “problema” ecco vedi l’ho fatto anch’io un'altra volta, cerco dei sinonimi e così le poche conversazioni sul tema si riempiono di pietosi sinonimi, “tu capisci la mia situazione”, “il problema”, “lo stato in cui mi trovo”, “ quella cosa li” ecc. ecc.
Credo si abbia paura, paura di renderlo reale, se lo nomini allora non puoi più negare che anche tu sei sieropositivo, se lo dici allora non puoi più far finta di niente e devi fare i conti con un corpo che in parte non senti più tuo.
Però ogni volta che vado a nuotare o che corro o che rido, ecco allora mi dico che tutto va bene, che la mia vita non è poi così male e che sono felice, si sono felice perché questa merda almeno mi lascia vivere, tra mille difficoltà, ma chi non fa fatica a vivere?



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